Eterotopia: La Scatola Magica dell’Arte
Diventa eterotopia lo spazio che apre verso l’altro, luogo che nel suo essere, può comprendere tutti gli altri luoghi. Un contenitore diventa un viaggio tra le possibilità, una scatola magica che fa emergere attribuzioni inaspettate ma possibili e l’arte, e soprattutto il riconoscimento di essa in rappresentazioni, intervenendo in questa interzona, può esplorare e far emergere le possibilità di questa incertezza, i sogni che possono depositarsi in essa. Parlando di Ugo Nespolo (Mosso Santa Maria, Biella, 1941) non si può non notare la forza dell’onda comunicativa di questo artista attribuendone il giusto merito di avere un suo spazio nella letteratura dell’arte contemporanea sconfiggendone lo spirito volutamente indirizzato, obbediente ai naturali impulsi della sua ispirazione. Sì, i tratti di Nespolo scoppiano con forza davanti agli occhi di chi si trova dinanzi a loro, spiccano, e per molteplici motivi.
Sul piano storico si indicherà da un lato, la straordinaria intuitività con cui mai segue e seguirà un filone perché, una volta diplomatasi all’Accademia Albertina di Belle Arti con Enrico Paulucci e dopo la laurea in Lettere Moderne con una tesi in Semiologia la sua produzione si caratterizza subito per un’accentuata impronta ironica, trasgressiva, per un personale senso del divertimento che rappresenterà sempre una sorta di marchio di fabbrica, seguendo l’impronta di Fortunato Depero, che vedeva nell’arte sotto un concetto ludico.
Gli esordi, il suo affacciarsi al mondo dell’arte risalgono agli anni Sessanta, alla Pop Art, ai futuri concettuali e poveristi (mostre alla galleria il Punto di Remo Pastori, a Torino, e Galleria Schwarz di Milano).
Ugo Nespolo: La Forza Comunicativa dell’Arte Contemporanea
Preannunciando caratteri della successiva narrativa artistica e non soltanto in questa fase ma facendolo anche attraverso altre opere, negli anni settanta Nespolo si appropria di un secondo mezzo di espressione, il cinema: in particolare quello sperimentale, d’artista. Gli attori sono artisti amici, da Lucio Fontana a Enrico Baj, a Michelangelo Pistoletto. Un impegno che trae i suoi frutti: ai suoi film hanno dedicato ampie rassegne istituzioni culturali come il Centre Georges Pompidou di Parigi, il Philadelphia Museum of Modern Art, la Filmoteka Polska di Varsavia, la Galleria Civica d’Arte Moderna di Ferrara.
Gli Anni Settanta: Esplorazione Artistica e Cinema
Sono anni che per l’artista rappresentano un passaggio fondamentale: vince il premio Bolaffi (1974), realizza il Museo (1975-’76), quadro di dieci metri di lunghezza che segna l’inizio di un filone mai esaurito di rilettura-scomposizione-reinvenzione dell’arte altrui, opera che viene esposta per la prima volta nel 1976 al Museo Progressivo d’Arte Contemporanea di Livorno. Nello stesso spazio temporale comincia la sua sperimentazione con tecniche come il ricamo e l’intarsio e materiali diversi, tra cui il vetro, l’alabastro, l’ebano, la madreperla, l’avorio, la porcellana e l’argento e, sempre in questo fecondo momento, nasce “L’albero dei cappelli”, poi prodotto in serie come elemento d’arredo.
Gli Anni Ottanta: Il Periodo Americano
Gli anni successivi, gli Ottanta rappresentano il cuore del “periodo americano”: Ugo Nespolo trascorre parte dell’anno negli States e le strade, le vetrine, i venditori di hamburger di New York diventano i protagonisti dei suoi quadri sotto il suo insaziabile appetito artistico. In questi anni si accumulano anche le esperienze nel settore dell’arte applicata: Nespolo è fedele al dettato delle avanguardie storiche di “portare l’arte nella vita” ed è convinto che l’artista contemporaneo debba varcare i confini dello specifico assegnato dai luoghi comuni tardoromantici.
Lo testimoniano i circa cinquanta manifesti realizzati per esposizioni ed avvenimenti vari (tra gli altri, Azzurra, Il Salone Internazionale dell’Auto di Torino, la Federazione Nazionale della Vela), il calendario Rai dell’86, le scenografie per l’allestimento americano (Stamford) della Turandot di Busoni, le videosigle Rai (come Indietro Tutta con Renzo Arbore). Nell’86 Genova festeggia i vent’anni di attività artistica di Nespolo con la mostra antologica di Villa Croce La Bella Insofferenza.
Nel ’90 il Comune di Milano gli dedica una grande mostra a Palazzo Reale. Dello stesso anno sono prestigiose collaborazioni artistiche come la campagna pubblicitaria per la Campari, le scenografie e i costumi del Don Chisciotte di Paisiello per il Teatro dell’Opera di Roma ed una esposizione di ceramiche – il nuovo interesse di Nespolo – nell’ambito della Biennale Internazionale della Ceramica e dell’Antiquariato al palazzo delle Esposizioni di Faenza.
Nel ’91 partecipa in Giappone all’International Ceramic Festival, Ceramic World Shigaraki. L’anno successivo la Galleria Borghi & C. di New York ospita A Fine Intolerance,personale di dipinti e ceramiche. Del ’94 è una personale cinematografica promossa dalla Regione Valle d’Aosta alla Tour Fromage di Aosta.
L’anno seguente Nespolo realizza scene e costumi per L’Elisir d’Amore di Donizetti al Teatro dell’Opera di Roma, all’Opera di Parigi, Losanna, Liegi e Metz.
Ugo Nespolo: Mostre e Collaborazioni Internazionali
Sempre del ’95 sono l’antologica Casa d’Arte Nespoloal Palazzo della Permanente di Milano e la personale Pictura si instalatu di Bucarest a cura del Ministero alla Cultura rumeno. Nel maggio ’96 s’inaugura la personale Le Stanze dell’Arte alla Promotrice delle Belle Arti di Torino, organizzata dalla Regione Piemonte. Pochi mesi dopo Ugo Nespolo assume la direzione artistica della Richard-Ginori. Nel 1997 ad aprile il Museum of Fine Arts di La Valletta a Malta gli dedica una personale. Una mostra itinerante in America Latina: parte da Buenos Aires (Museo Nacional de Bellas Artes) prosegue a Cordoba (Centro de Arte Contemporaneo de Cordoba, Chateau Carreras), Mendoza (Museo Municipal de Arte Moderno de Mendoza) e Montevideo (Museo Nacional de Artes Visuales).
Perfettamente coerente con il trascorrere del tempo la sua storia di artista ha una sua evoluzione: nei primi mesi del 2001 torna al cinema con FILM/A/TO, interpretato da Edoardo Sanguineti e prodotto dall’Associazione Museo Nazionale del Cinema di Torino in occasione della retrospettiva “Turin, berceau du cinéma italien” al Centre Pompidou di Parigi, l’anno seguente viene nominato consulente e coordinatore delle comunicazioni artistiche nelle stazioni della costruenda Metropolitana di Torino.
Intenso pure l’anno successivo, il 2003, dove, tra tutte le sue “avventure artistiche” va di certo annoverato l’inaugurazione della nuova sede di NY dell’Alitalia con le sue opere.
La scena artistica creata da Ugo Nespolo non finisce qui perché basta osservare la sua pagina social dove le sue opere sono catalogate a seconda della tipologia di lavoro, come l’arte povera, l’arte applicata, Flexus, maioliche, sculture, vetri, tutte pratiche del suo genio creativo, legato ad un istinto naturale che appartiene alla sua stessa vita.
Legami con Ugo Nespolo
1) gli anni sessanta nell’arte, in Italia
Gli anni 60 sono considerati per antonomasia la decade della ribellione, della sperimentazione, della provocazione, sono gli anni d’oro della società dei consumi per la civiltà occidentale, macro fenomeno di benessere generale dove l’oggetto nuovo prodotto di massa divenne spunto, materiale di lavoro per gli artisti.
Si rivede quindi un ritorno all’oggetto, all’immagine e numerose correnti, tra cui il Dadaismo e il Nouveau réalisme:
Robert Rauschenberg (1925-2008), con Monogram (1959), e Jasper Johns (1930), con Three Flags (1958), furono i protagonisti del New Dada americano: essi si concentrarono sull’oggetto e sull’immagine in sé, indicandoli ora come brano di vita vissuta ora come strumento di indagine sulla relazione tra immagine e realtà, con l’intenzione era quella di annullare la distanza tra arte e vita.
IlNouveau réalisme, avviato dal critico francese Pierre Restany (1930-2003) nel 1960, fu un movimento artistico eterogeneo, dove vi rientravano personalità come Yves Klein (1928-1962), Arman (1928-2005) e Christo (1935-2020). Il loro punto in comune era l’attingere i materiali dalla realtà, sia banali che rifiuti, per poi riproporli in una veste e in un contesto nuovi, con chiave ironica o critica.
2)La straordinaria capacità creativa e la voglia di sperimentazione a capacità creativa e la voglia di esprimere la sperimentazione hanno portato Ugo Nespolo a ricercare una sua personalissima cifra stilistica nella potenza espressiva del colore e nella scomposizione e ricomposizione della realtà attraverso la tecnica dei “puzzles”. Le opere di Ugo Nespolo consistono in fantasiose composizioni zigzaganti formate da una serie di coloratissimi pezzi di legno sagomati che, come tessere monocromatiche intense e lucenti vengono incastrate in vario modo così da comporre figure e ambienti dai contorni irregolari, in un intricato ed intellettualissimo gioco di citazioni, associazioni e rimandi alla realtà. Nelle sue creazioni è sintomatico il dialogo continuo tra materia, arte e design
3) le arti applicate
Le arti applicate rappresentano l’insieme delle applicazioni di forme d’arte alla progettazione e alla decorazione di oggetti per renderli esteticamente gradevoli. Il termine si distingue da quello di belle arti, che mira a fornire stimoli intellettuali ed estetici piuttosto che funzionali. Le arti applicate sono uno stile artistico più interessato alla realizzazione degli oggetti industriali. Sono considerate arti applicate il disegno industriale, la grafica, il design della moda, il design degli interni e le arti decorative. In un contesto creativo e/o astratto, anche l’architettura e la fotografia possono essere considerate arti applicate. Movimenti di arte applicata sono il Bauhaus, l’Arts and Crafts, l’Art Nouveau e l’Art déco.
2) la pop art
La Pop Art è un tipo di arte rivolto a tutti e a tutti comprensibile, in contrapposizione ad altre forme artistiche il cui significato rimaneva oscuro, oppure erano inacessibili sotto il profilo economico.
Il vero protagonista dell’immagine pittorica è l’oggetto. Si tratta di oggetti di uso quotidiano, realizzati dall’industria e di facile consumo: lattine di birra, fotografie, bandiere, ritagli di fumetti, cartelloni pubblicitari.
3) “A guidarmi è la contaminazione tra vita reale e arte. In passato esisteva la cultura di tipo elitario e quella destinata alle masse; oggi non è più così. L’artista deve unire entrambe, utilizzando tutti i mezzi a sua disposizione, compresi graffiti, film di genere e pubblicità.”
“Andy Warhol era un genio in senso sia artistico sia commerciale, e aveva capito la relazione che lega l’arte al resto del mondo. Comprese e fece suo lo spirito della seconda metà del XX secolo.
Sono solo alcune delle sue affermazioni che indicano quello che era veramente arte per lui
4)l’arte povera
Negli anni Sessanta nasce in Italia un nuovo movimento d’avanguardia interessante, intuitiva e molto significativa tra i vari movimenti emersi in Europa essa si chiama Arte-povera. In Italia possiamo ricordare due importanti precursori del movimento, artisti come Piero Manzoni (Soncino, 13 luglio 1933 – Milano, 6 febbraio 1963) e Lucio Fontana (Rosario, 19 febbraio 1899 – Comabbio, 7 settembre 1968). Il 1968, è il primo anno dell’epoca moderna che assiste, sotto diverse forme e aspetti, in Francia, Italia, Cina, Messico, Giappone e in altre parti del mondo, ad un nuovo fenomeno di riferimento sociale-politico-culturale.
Le nuove generazioni, dal mondo del lavoro industriale e artigianale, alle Università, così in Politica, avvertono il bisogno di una trasformazione radicale della società civile e delle istanze che regolavano le loro vite. Si assiste anche all’inizio di un nuovo capitolo della cultura e della storia italiana. È anche la fine del boom economico, l’avvento di un periodo fatto di molte contraddizioni, la più evidente, quella fra tradizione e rivoluzione.
5) Il cinema come forma d’arte;
Ugo Nespolo con il collega ed amico Mario Schifano diedero vita al Cinema degli Artisti, ispirato al New American Cinema. Da quella “spaghetti-factory” uscirono autentiche opere d’arte in 8 mm quali “Grazie Mamma Kodak”, “La galante avventura del cavaliere dal lieto volto”, “Buongiorno Michelangelo”.
Il cinema si basa su sequenze di immagini in movimento, che vengono percepite contemporaneamente dalla vista e dall’udito, diventando un mezzo di comunicazione totale e coinvolgente: uno spettacolo di luci, suoni, immagini che fanno ridere, piangere, pensare ed emozionare.
Il termine cinema deriva dal greco kìnesis e significa movimento: nell’Ottocento erano state realizzate le prime immagini in movimento, con uno strumento chiamato fenachistoscopio e con gli esperimenti di Eadweard Muybridge.
Sono però i fratelli Lumière, Auguste e Louis, gli inventori del cinema moderno: il 28 dicembre 1895 proiettano il primo film della storia con un apparecchio brevettato, chiamato cinematogrophe
Inizialmente il cinema era muto e in bianco e nero, ma nell’arco di pochi decenni la produzione di film diviene una proficua impresa economica ma anche e soprattutto una nuova forma di espressione artistica. L’evoluzione del cinema è velocissima: nel 1927 viene proiettato il primo film sonoro e nel 1935 la prima pellicola a colori.
Come la fotografia, anche il cinema è passato al digitale: le nuove tecnologie permettono di mettere a punto spettacolari effetti speciali e straordinarie proiezioni in 3 D oltre che a realizzare interi fil d’animazione.