Gallerie d'Arte Orler

Federica Bracchetti

Federica Bracchetti

Le emozioni artistiche non nascono da un fondo di incomprensione. Per farle emergere è necessaria quantomeno un’empatia, con l’opera, e questo lo sa bene Federica Bracchetti (Pesaro, 1969) che, riconosciuto il profondo valore di essere entrata in contatto con delle realtà artistiche in un contesto culturale ricco di riferimenti, aperto alle mutazioni, alla proliferazione di varie forme, tecniche, idee, e scelte, opera un’intensa meditazione sul concetto di materia e sulle possibilità espressive con materiali più diversi. 

Particolarità, atta a distinguere il percorso tra le pieghe della vita artistica di questa artista, il lungo percorso dal figurativo all’astratto per poi tornare ad una rappresentazione della realtà odierna liquida e impermanente, per dirla con le parole del sociologo polacco Zygmunt, mentre resta al    mare, elemento per sua natura informe e indeterminato, prendere forma nelle sue opere pittoriche e confermare la tesi.

Bianco e nero il binomio cromatico delle sue sculture dalle forme astratte e mentre le sensazioni languiscono e irrompono fuori dagli schemi rigidi e rigorosi, questi ultimi delineano le figure invece delle sue opere    che irrompono nello spazio come ad evocare l’espressione che “l’arte è la necessaria espressione materializzata di una combinazione spirituale”, del critico Albert Aurier.

 

C’è una doppia valutazione delle opere di Bracchetti e mentre la prima tende a rilevare l’interesse dell’immagine soffermandosi sulla rappresentazione per giudicarne il valore, ecco che la seconda, innovatrice, si compiace della sua essere toccata da un magico accordo con il fattore spazio temporale, innovando delle tecniche di rappresentazione su cui è facile soffermarsi rilevandone le caratteristiche.

Proiezione di questo sono innanzitutto le opere partecipanti al Nhow Milano, con “Materica, quando la materia si fa arte e diventa libertà di espressione” collettiva datata 2019,    dove l’artista ha espresso la sua arte manipolando l’elemento invitando il visitatore a mediare sugli opposti: sabbie colorate e diversi altri materiali in un incontro per dare l’illusione di un paesaggio sempre nuovo e diverso.

In per lo più in poliuretano espanso, ferro, resina, in un’aggregazione dove ogni elemento cerca spazio e lo trova in un equilibrio di forme e significati, le sculture di questa artista trovano anche esito nell’incontro tra il piacere e l’opera finale come risultato di una ricerca tra le opere che si completano, si riflettono l’una con l’altra, sublimando il fascino che aviluppa chi vi si trova davanti.

Fedetica Bracchetti aiuta lo spettatore ad entrare nelle sue opere, come in “Totem”, descritto come Simulacro dell'”Essere”, oggetto di culto, elemento di unione e aggregazione, “corpo solido” ormai liquefatto nella società post-moderna o in “”Una luce nello spazio” dove si ravvisa la necessità di riacquisire il fulcro, il centro dell”Essere”, per dissipare il senso di smarrimento di aver perso un “corpo solido”.

 

Sculture in poliuretano fanno pensare, anche se di altro tipo di arte qui si parla, ad un grande artista, Pietro Gilardi (Torino, 1942 – 2023), che ottenne grande fama con i Tappeti natura nel 1965, opere realizzate in questo materiale (poliuteranismo), che riproducevano in modo estremamente realistico frammenti di ambiente naturale, a scopo ludico ma anche di denuncia verso uno stile di vita ritenuto sempre più artificiale , fortunata intuizione che ha avuto la sua finestra sul mondo.   

Molte le gallerie che hanno la finestra sul mondo invece di Federica Bracchetti, grazie alle sue oere che appaiono in tutta la loro maestosa bellezza, tra cui le gallerie Arte Network Orler.  

 

 Legami con Federica Bracchetti

1) Il poliuretano: materiale d’innovazione

Negli anni ’60 del Novecento l’arte moderna si distingue per una costante ricerca di nuovi materiali artistici per creare opere complesse. Tra i materiali innovativi emerge il poliuretano, che entra presto nelle creazioni di un gran numero di artisti.
Con il termine poliuretano si intende una grande classe di materiali polimerici con la stessa catena di base. Oltre ad essa sono aggiunti additivi che danno diverse caratteristiche. Normalmente i poliuretani si utilizzano in campo industriale,  dato che risultano molto versatili sia per strutture morbide sia per strutture rigide. Nel primo gruppo rientrano i materassi e gli isolanti mentre nel secondo rivestimenti di vari oggetti (es. il frigo) o vernici.

Questa versatilità lo ha eletto come uno dei materiali d’innovazione più sfruttati nell’arte moderna e contemporanea. L’opera d’arte si fa carico di un nuovo messaggio racchiuso non solo nelle sue forme, ma anche e soprattutto nei materiali con cui viene costruita.  L’artista moderno ricerca espressioni nuove dentro soggetti che molte volte appaiono banali e quindi li amplifica presentandoli attraverso materiali del tutto fuori dal comune. Il poliuretano viene sfruttato sia nella sua struttura morbida sia in quella più rigida, sia sotto forma di pitture resistenti e lucide.

Oldemburg e Cèsar

Tra gli anni ’60 e ’70 sono tanti gli artisti internazionali che iniziano a sperimentare con la schiuma poliuretanica. Uno dei più importanti Artisti Pop, Claes Oldemburg, utilizza la gomma piuma in alcune sculture soffici delle serie The store e Lunch Box. Queste opere rappresentano cibi comuni come coni gelato, hamburger o frutta, ma con dimensioni più grandi per enfatizzare il consumismo dell’epoca moderna. Attraverso l’uso di un materiale soffice, Oldemburg vuole rompere i legami con la concezione di solidità tipica della scultura classica che si erge contro la forza di gravità; qualità che le sculture costituite principalmente da gommapiuma automaticamente perdono.

  • Un altro interessante utilizzo dei poliuretani nell’arte è dato dalle opere di César Baldaccini, artista francese del Nouveau Réalisme. César sfrutta la capacità del poliuretano espanso di aumentare il proprio volume in pochi minuti espandendosi senza uno schema preciso nello spazio. Nasce così la serie delle Espansioniperformance che vengono proposte dinanzi ad un pubblico entusiasta in giro per il mondo. Le colate di poliuretano hanno libertà di prendere la loro forma e a volte si stendono su altri oggetti per creare nuovi effetti. Successivamente le schiume sono ricoperte con vari strati di resina o lacca lucida rendendole rigide.

Poliuretano all’italiana

Anche in Italia molti artisti contemporanei scoprono e apprezzano il poliuretano. Nello stesso periodo, Pietro Gilardi, artista torinese, espone in tutto il mondo i suoi Tappeti-Natura.

Queste opere sono realizzate in poliuretano espanso, di consistenza molto morbida. Successivamente Gilardi li dipinge con una miscela a base di lattice di gomma di sua invenzione per proteggere il poliuretano dal degrado dovuto alla luce. L’artista in un’intervista rilasciata a Collezione da Tiffany dice di aver pensato ai Tappeti-Natura come dei veri e propri tappeti utilizzabili dai proprietari. Quindi per forza dovevano avere consistenze e dimensioni adeguate a rientrare nello spazio casalingo.

Proprio con lo stesso intento viene creato nel 1971 un oggetto di design che è presente in moltissimi musei di arte moderna: il Pratone. Progettato da Giorgio CerettiPietro Derossi e Riccardo Rosso, e successivamente prodotto dall’azienda italiana Gufram, il Pratone consiste in un vero e proprio pezzo di prato ingrandito costituito da poliuretano espanso rivestito da vernice verde. Il materiale e la sua figura lo rendono ideale per accogliere le sedute degli ospiti, che si possono appoggiare comodamente ai grossi steli.

Un ultimo interessante utilizzo del poliuretano espanso si può osservare nelle opere di Loris Cecchini. Proprio come Oldemburg, l’artista milanese riproduce oggetti quotidiani per evidenziare i lati negativi di una società iperconsumistica. Cecchini tuttavia si discosta dalla sofficità ricoprendo la schiuma con paraffina bianca, rendendo gli oggetti rigidi. Un esempio è quello del radiatore apparentemente molle, ma che in realtà risulta duro al tatto.

 

2) La scultura nell’arte contemporanea: in un mondo artistico che viaggia veloce e che spesso diventa sfuggevole, la scultura contemporanea è ancora una garanzia di tangibilità e di coinvolgimento visibile e tattile. La scultura contemporanea è linguaggio diverso da quello figurativo, è tridimensionalità, è oggetto.

 

3) Cosa mi manchi a fare

Brano di Calcutta

 

Risultati di ricerca

Risultati principali

La pioggia scende fredda e su di te
Pesaro è una donna intelligente
Forse è vero ti eri fatta trasparente
Ma non ci cascherai maiE non mi importa se non mi ami più
E non mi importa se non mi vuoi bene
Dovrò soltanto reimparare a camminare
Dovrò soltanto reimparare a camminare
Se non ci sei tu, uh

Raggiungermi è un orgasmo da provare
Ricordami le olive sono buone
Mi prenderò un gelato con il tuo sapore
Ti spaccherò la faccia se non mi dai il cuore

Ma non mi importa se non mi ami più
E non mi importa se non mi vuoi bene
Dovrò soltanto reimparare a camminare
Dovrò soltanto reimparare a camminare
Se non ci sei tu, uh

E allora dimmi che cosa mi manchi a fare
Ti prego dimmi che cosa mi manchi a fare
Tanto mi mancheresti lo stesso, che cosa mi manchi a fare
Ti prego dimmi

Ma io ti dichiaro dentro una TV
Che io da te non ho voluto amore
Volevo solo scomparire in un abbraccio
Volevo solo scomparire in un abbraccio
Confondermi con, con, con, con

E non mi importa se non mi ami più
E non mi importa se non mi vuoi bene
Dovrò soltanto reimparare a camminare
Dovrò soltanto reimparare a camminare
Se non ci sei tu, uh

 

Pesaro è la città di origine di questa artista ed è arrivata alla ribalta alla radio in questo tempo recente grazie a questo bellissimo testo di Calcutta che mette d’accordo tutte le generazioni.

 

4) Il bianco e il nero nell’arte

 

5) Poesia, danza, musica: la creatività dei giovani pesaresi scende in piazza con “Pesaro Young Art Festival”, il nuovo evento, a ingresso gratuito, promosso da Comune di Pesaro e SoundLogic Records nell’ambito del Premio “Città italiana dei giovani”;

 

  • 6) Pesaro:
  • Ben rappresentati sono gli artisti legati al territorio, ma non per questo meno noti a livello nazionale ed internazionale: Walter Valentini, Loreno Sguanci, Enrico Ricci, Renato Bruscaglia, Mario Logli, Walter Piacesi, Oscar Piattella, Leonardo Castellani, Giorgio Bompadre, Claudio Cesarini, Franco Fiorucci, Bruno Bruni, Sante Arduini, Nino Caffè. Sicuramente l’opera più preziosa è quella di Anselmo Bucci, pittore del movimento artistico Novecento. Acquistata dalla Provincia di Pesaro e Urbino nel 1957, l’opera “I Pittori”, olio su tela 160×160, ci mostra il ritratto dell’artista al lavoro con la sua città natale sullo sfondo, Fossombrone. E’ forse l’opera più importante dell’artista, spesso richiesta per essere esposta a mostre nazionali e straniere.
© Arte Network Orler – Tutti i diritti riservati – P.IVA: 04373850272