Mark Kostabi: la sua storia
Mark Kostabi è un pittore e compositore statunitense con origini a Los Angeles, nato nel 1960. La sua passione per l’arte ha iniziato a crescere durante gli studi all’Università della California, ma è diventato una figura di riferimento nel mondo dell’arte dopo il suo trasferimento a New York. Kostabi è noto per le sue provocatorie auto-interviste sui media, che spesso affrontano temi difficili dell’arte contemporanea, come la mercificazione. Ispirato da Duchamp, ha rapidamente ottenuto fama internazionale nel 1987, con le sue opere richieste da gallerie in tutto il mondo. Nel 1988, ha realizzato un affresco nel Palazzo dei Priori di Arezzo e completato la scultura “To See Through is Not to See Into” per San Benedetto del Tronto. Ha anche fondato “Kostabi World” a New York, uno studio, una galleria e un ufficio che produce circa 1000 quadri all’anno, tutti firmati dal maestro.
Kostabi divide la sua vita tra New York e Roma
Dal 1996, Mark Kostabi divide la sua vita tra New York e Roma, diventando un modello per molti artisti italiani. Nei suoi dipinti, sono evidenti alcune costanti, come la citazione di opere d’arte e la raffigurazione di soggetti senza volto che spesso commentano questioni politiche, sociali e psicologiche legate alla società contemporanea. Il suo stile prende ispirazione dalle opere di Giorgio De Chirico e Fernand Léger. Kostabi è un artista eclettico che ha lavorato non solo su quadri e affreschi, ma ha anche creato copertine di dischi per musicisti internazionali, orologi per la Swatch, accessori per computer e ha pubblicato libri, oltre a produrre uno show televisivo.
L’obiettivo dichiarato dell’artista è quello di creare un’arte interessante che possa arricchire la vita di chi la osserva, indipendentemente che si tratti di visitatori in un museo, collezionisti di opere d’arte Kostabi o studenti che riflettono su suoi murales pubblici. Nonostante alcune opere possano trattare temi come la solitudine e la confusione, le immagini di Kostabi portano gioia.
Mark Kostabi tra arte, pittura e musica
Mark Kostabi è noto per universalizzare i soggetti delle sue opere, facendo omaggi evidenti ai grandi maestri dell’arte. Oltre alla pittura, si è distinto anche nella musica, eseguendo le sue composizioni in tutto il mondo con successo. Una delle sue opere più famose è stata utilizzata come copertina dell’album “Use Your Illusion” dei Guns N’ Roses nel 1991. Kostabi esplora una vasta gamma di temi nelle sue opere, tra cui il suicidio, l’amore e il ruolo della tecnologia nel mondo moderno, spesso in modo ironico e critico nei confronti della società contemporanea.
Tuttavia, Mark Kostabi è lui stesso un grande appassionato di tecnologia, che utilizza abitualmente anche per il suo lavoro e nella vita quotidiana, per cui molto spesso le opere che trattano di questo tema sono viste più come una riproduzione di quello che avviene nel reale, piuttosto che come una critica feroce, mentre quello che invece interessa all’artista in questo caso è trattare lo stato d’animo che attraversa le persone in relazione a determinate situazioni. In alcuni dei suoi dipinti, emerge chiaramente in senso di solitudine e di vuoto in cui vive l’uomo nella società contemporanea.
Legami con Mark Kostabi
– 1:
Mark Kostabi dipinge figure senza volto, senza tempo, che possono essere tutti noi e nessuno di noi, esprimono la paura dell’uomo nella società, ma anche una lingua universale. Mark Kostabi, che ha pubblicato anche diversi libri e prodotto un proprio show televisivo, nel rispondere alla domanda “Perché dipingi figure senza volto?” ha risposto che il suo intento è prima di tutto quello di parlare “una lingua universale senza limitazioni razziali” oltre che di esprimere la paura della società per l’individualità.In sostanza, potremo dire che il suo obiettivo è quello di conferire universalità e immortalità al proprio messaggio, che poi è lo scopo comune di tutta l’arte e degli artisti in genere.
Nel capolavoro di de Chirico,”Le Muse inquietanti”, la scena è una piazza, priva di persone ma con due manichini-vestali dalle teste ovoidali. Questi manichini appaiono chiaramente collocati in un contesto illogico, in una realtà cristallizzata e sospesa al di fuori del tempo. I suoi manichini senza volto, piazzali vuoti e solitari mantengono un posto nell’immaginario comune di tutti. Opere simbolo di una realtà umana in costante equilibrio tra l’angoscia, il desiderio e il sogno e che sanno mostrare la difficoltà dell’esistenza umana. Questo grazie al sapiente equilibrio tra elementi realistici e il “velo” onirico che caratterizza la pittura metafisica. È difficile, infatti, non lasciarsi trasportare da queste opere metafisiche. Panorami desolati e misteriosi abitati solamente da figure altrettanto misteriose suggeriscono la necessità di trovare un significato più profondo.
.- 2:
- Andare oltre a ciò che si percepisce con i sensi per riuscire ad indagare una realtà ulteriore. I lavori di de Chirico vengono esposti anche a Parigi dove attirano subito l’attenzione di altri artisti. In particolare, quelli che sarebbero poi diventati I i Surrealisti. Molto di essi, infatti, ammisero come i lavori del pittore italiano influenzarono il loro lavoro, Dalì e Magritte sono solo alcuni di questi. Ma la pittura misteriosa e a tratti melancolica di de Chirico ha anche fornito aiuto a registi, scrittori e poeti che trovarono nelle opere dell’artista la giusta fonte di ispirazioni per le loro opere finali;
– 3:
- Joseph Fernand Henri Léger (Argentan, 1881 – 1955) è stato un pittore francese, noncjìhè creatoredi cartoni, di arazzi e di vetrate, decoratore, ceramista, scultore, disegnatore, illustratore, customista e scenografo. Anche questo artista per Kostaby rappresenta uno spunto per le sue figure senza volto perché ad un certo punto, proprio mentre giunge alla completa dissoluzione delle forme, l’artista francese recupera la figura umana, non più presenza reale o verosimile, ma passata anch’essa attraverso un processo di semplificazione geometrica. Il risultato è di un rigoroso ascetismo, in cui gli oggetti perdono consistenza materiale per ridursi alla loro funzione simbolica. Così i personaggi sono del tutto privi di individualità e di espressione, trasformati in emblemi, come aveva fatto, secoli prima, l’arte bizantina;
.- 4:
- “Use Your Illusion”, è l’opera di Kostaby che è stata usato per la copertina dell’omonimo album dei Guns N’ Roses pubblicato nel 1991;
- Il Palazzo dei Priori di Arezzo è un edificio storico situato sulla sommità di una collina nel centro storico di Arezzo, costruito nel 1333. Questo edificio ha servito come sede delle massime istituzioni civili, religiose e giudiziarie della città nel corso dei secoli, ed è attualmente la sede degli organi e degli uffici del Municipio. L’edificio presenta una struttura originale trecentesca nella parte di Via Ricasoli, con archi ribassati e bicromi. La facciata e la torre quadrangolare risalgono al 1337 e sono il risultato di numerosi restauri effettuati nel Quattrocento, nel Cinquecento e nel Seicento, in seguito a un crollo della parte frontale. Nel XX secolo, è stato apportato un ulteriore intervento che ha aggiunto caratteristiche come la merlatura Ghibellina al coronamento, una loggetta al secondo piano e il rialzamento della Torre con coronamento a sbalzo e campaniletto a vela
L’ultima ristrutturazione – opera di Giuseppe Castellucci ed Umberto Tavanti – risale al 1930, ed ha lasciato segni profondi, sia nell’aspetto esteriore (merlatura della facciata, coronatura della torre) che nella sistemazione interna dei locali. L’interno del palazzo presenta un cortile a portico risalente al Cinquecento. All’esterno del porticato, sormontato ai piani superiori da due loggiati, recenti lavori di sistemazione edilizia hanno creato un nuovo ingresso, di indubbia forza suggestiva, dalla sottostante via Montetini.
5) Duchamp è stato una fonte di ispirazione per l’artista Mark Kostabi, come De Chirico.
Marcel Duchamp (Henri-Robert-Marcel Duchamp; Blainville-Crevon, 1887 – Neuilly-sur-Seine, 1968), pittore, scultore e scacchista francese naturalizzato statunitense, viene considerato uno degli artisti più influenti e importanti del XX secolo. Grazie a lui nacque infatti l’arte concettuale, originatasi dall’intuizione dei cosiddetti ready made, ovvero oggetti di uso comune che vengono decontestualizzati in modo da diventare opere d’arte, accuratamente selezionati dall’artista stesso.
A volte, invece, i ready made consistevano in interventi di alterazione di grandi capolavori del passato, come nel caso della Gioconda di Leonardo da Vinci. Fontana e Ruota di bicicletta sono i due ready made più conosciuti di Duchamp, ancora oggi riconosciuti come opere in grado di sovvertire le convenzioni artistiche dell’epoca. I ready made non furono tuttavia l’unica innovazione che l’artista francese apportò all’arte del suo tempo. Duchamp, infatti, aveva bene in mente la propria idea di arte, rifiutando tutte le opere che riproducevano la realtà, ad esempio quelle degli impressionisti, e prediligendo piuttosto un’approccio più intellettuale, da decifrare, annullando tutte le correnti d’avanguardia sviluppatesi nei cento anni precedenti.
6) Arte concettuale
L’arte concettuale è un movimento artistico che si è sviluppato a partire dagli anni ’60 negli Stati Uniti e si è diffuso in tutto il mondo, compresa l’Italia. Questo movimento mette l’accento sui concetti e le idee espressi nell’opera d’arte, considerandoli più importanti dell’aspetto estetico o percettivo dell’opera stessa. Joseph Kosuth è stato una figura chiave nel definire l’arte concettuale, cercando di spostare l’attenzione dall’estetica al pensiero.
Un esempio significativo è l’opera “Una e tre sedie” del 1965 di Kosuth, che includeva una sedia reale, una sua riproduzione fotografica e una definizione della parola “sedia” dal dizionario, stimolando la riflessione sulla relazione tra immagine e parola in termini logici e semiotici. Questa concezione artistica aveva precedenti esempi, come il poema-oggetto “Cerilla” di Joan Brossa, che univa la parola “cerilla,” un disegno di un fiammifero e un fiammifero reale per esplorare gli stessi concetti logico-semiotici.
7) L’arte contemporanea e la musica
L’arte contemporanea e la musica connubio che si ritrova in molti artisti. Come compositore e pianista Kostaby è molto attivo anche in Italia, suona spesso con la compagna, la cantante estone Greesi Desiree Langovits e collabora anche con Paul Kostabi [fratello minore di Mark], Tony Esposito, Gene Pritsker e David Taylor. Negli anni ’90 ha fatto un album in collaborazione con Lepo Sumera, intitolato “Songs for Sumera” e diretto da Kristjan Järvi e collabora anche con il grande bassista italiano, Dario Rosciglione.